CRONACA DAL MONDO
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COVID -19
I coronavirus sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie più gravi. Sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie.I coronavirus sono comuni in molte specie animali (come i cammelli e i pipistrelli) ma in alcuni casi, se pur raramente, possono evolversi e infettare l’uomo per poi diffondersi nella popolazione.Nella prima metà del mese di febbraio l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV), che si occupa della designazione e della denominazione dei virus ha assegnato al nuovo coronavirus il nome definitivo: “Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2” (SARS-CoV-2). Ad indicare il nuovo nome sono stati un gruppo di esperti appositamente incaricati di studiare il nuovo ceppo di coronavirus. Sempre nella prima metà del mese di febbraio (precisamente l’11 febbraio) l’OMS ha annunciato che la malattia respiratoria causata dal nuovo coronavirus è stata chiamata COVID-19.
Sintomi
I sintomi più comuni di un’infezione da coronavirus nell’uomo includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte. In particolare:
- I coronavirus umani comuni di solito causano malattie del tratto respiratorio superiore da lievi a moderate, come il comune raffreddore, che durano per un breve periodo di tempo. I sintomi possono includere:
- naso che cola
- mal di testa
- tosse
- gola infiammata
- febbre
- una sensazione generale di malessere.
Come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie. Raramente può essere fatale. Dato che i sintomi provocati dal nuovo coronavirus sono aspecifici e simili a quelli del raffreddore comune e del virus dell’influenza è possibile, in caso di sospetto, effettuare esami di laboratorio per confermare la diagnosi. Sono a rischio di infezione le persone che vivono o che hanno viaggiato in aree infette dal nuovo coronavirus, soprattutto in Cina.
Articolo di Liuzzi Francesco, classe 3° sez. C
SALVIAMO I MARI DALLA PLASTICA
Alunne: Sharon Federica Pirillo 1^ B, Elisa Radicello 1^ C, Nicole Fruzza 1^ F
LE DONNE IN ORIENTE
Alunne: Sharon Federica Pirillo 1^ B, Elisa Radicello 1^ C, Nicole Fruzza 1^ F
LE DONNE IN OCCIDENTE
Alunne: Rosanna D’Angelo 1^ C, Elisa Radicello 1^ C, Brenda Angeli 1^ C
LITTER TRAP AND RECYCLED PARK FROM LITTER TO PARK
Alunni classi 1 sez. A/D/F
LA SCARSITA’ D’ACQUA E’ IL PROBLEMA PIU’ GRAVE
Più di 4 miliardi di persone vivono in condizioni di scarsità d’acqua per almeno un mese l’anno, non solo è una delle sfide più pericolose che il mondo si trova ad affrontare, ma probabilmente è di gran lunga peggiore di quanto ci si aspettasse . La nuova ricerca rivela anche che 500 milioni di persone vivono in luoghi dove il consumo annuo di acqua è il doppio rispetto alla quantità che la pioggia riesce a reintegrare. Zone particolarmente a rischio sono India, Cina, la parte Centro Occidentale degli Stati Uniti, l’Austria, Pakistan, Iran, Messico e Arabia Saudita, dove la poca acqua potabile è sotto l’insidia dell’inquinamento.
di Chiara Del Pistoia, Rosanna D’Angelo e Brenda Angeli classe 1 sez. C
#FRIDAYSFORFUTURE
E’ questo lo slogan di un movimento, che, in questi giorni, spinge, in tutto il mondo, migliaia di ragazzi e ragazze a riunirsi nelle proprie città tutti i venerdì per sostenere la protesta iniziata a fine agosto del 2018 dalla sedicenne svedese Greta Thumberg per spingere i governi ad evitare il disastro climatico. Com’è iniziato lo sciopero? Fridays for future è un movimento nato per sostenere Greta, quando, nel 2018 ha iniziato a scioperare da scuola ogni venerdì per ritrovarsi davanti al Parlamento del suo Paese nella speranza che in tutti i paesi ci sia una diminuzione delle emissioni di CO2 per mantenere la temperatura globale sotto 1,5°C. Lo scopo di questa campagna è anche quello di sensibilizzare i giovani e le persone di tutto il mondo a informarsi e preoccuparsi per il futuro del nostro pianeta. La battaglia di Greta, iniziata il 20 agosto dello scorso anno, in poco più di 6 mesi si è trasformata in un movimento globale. Anche in Italia, la protesta è arrivata come un uragano e i giovani non sono rimasti indifferenti, si sono tenuti scioperi e manifestazioni in molte città: i ragazzi si sono ritrovati nelle piazze con cartelloni e striscioni per combattere in modo pacifico come Gandhi, Martin Luther King e Nelson Mandela prima di loro. E per questo il 15 Marzo, giorno dello sciopero globale per il clima, molte città italiane hanno aderito a questo sciopero. Ecco alcune delle città che parteciperanno: Acireale, Ancona e Macerata, Bari, Brescia, Brindisi, cesena, Cividale, Como, Crotone, Cuneo, Empoli, Firenze, Fossano, Genova, Grosseto, La Spezia, L’Aquila, Lecce, Lecco, Mantova, Modena, Morbegno, Napoli, Novara, Padova, Palermo, Parma, Pavia, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Ravenna, Roma, Reggio Emilia, Salsomaggiore, Sanremo, Savona, Siena, Teramo, Torino, Treviso, Udine, Varese, Venezia, Verona, Viareggio e Vicenza. “Abbiamo finito le scuse e stiamo finendo il tempo” questo è il messaggio che ci invia Greta per farci capire che è tempo di agire e non bisogna restare con le mani in mano.
di Giulia Cioni e di Giada Mobili, classe 3E
SPORT, EDUCAZIONE ALLA VITA
Redazione: Antoni Carlos 3° sez. E
SPORT EDUCAZIONE ALLA VITA – LA STORIA DI GINO BARTALI: CAMPIONE DI CICLISMO, LIBERTA’ E SOLIDARIETA’
C’è chi lo pratica per passione, chi per divertimento, chi per lavoro o chi solo per fare un’attività fisica. È un importante mezzo di crescita ed educazione, che permette di raggiungere la maturità con leggerezza e piacere perché stimola il buon umore, allontanando le persone da trappole negative, come depressione e droghe. Dall’antichità ai nostri giorni è stato una benefica rete che ha raccolto e unito le genti, un ponte che ha superato barriere altrimenti invalicabili.
Lo sport occupa un ruolo importante nella vita dei giovani, che, grazie a esso, fanno nuove amicizie, sfogano la rabbia, provano nuove sensazioni ed emozioni, crescono. È anche una forma di libertà: libera dai pensieri che ogni giorno affollano la mente, ma allo stesso tempo insegna disciplina, unione, rispetto per le persone e le regole, rafforza il carattere.
Questi fondamentali pregi positivi purtroppo sono a volte macchiati da brutti episodi di razzismo e denigrazione. Esistono, però, sportivi che hanno contrastato queste vicende vergognose con coraggio e forza d’animo.
“Il bene si fa, ma non si dice e certe medaglie si appendono all’anima e non alla giacca”. Così diceva Gino Bartali, grande ciclista italiano, iscritto fra i Giusti delle nazioni in Israele, ma soprattutto esempio di grande generosità, umiltà e modestia. E “Ginettaccio” il bene l’ha fatto senza volere ricompense. Correva l’anno 1943. Era il periodo della dominazione nazi-fascista e il campione, rischiando la propria vita, pedalava ogni giorno per chilometri sulla bicicletta per portare, nascosti nel manubrio, i documenti falsi che salvarono la vita di tanti ebrei.
Come l’Italia aveva questo eroe, l’America aveva Jesse Owens, velocista di origine afro-americana, che ottenne, alle Olimpiadi di Berlino del 1936, ben quattro medaglie d’oro nella corsa e nel salto in lungo. Si dice che queste vittorie fecero infuriare Hitler, che voleva il trionfo della razza ariana.
Questo nel passato, ma oggi? Quali modelli ci propongono gli atleti di questi giorni? Osservando con attenzione uno sport come il calcio è possibile notare che molti calciatori sono protagonisti di un riscatto economico e sociale. Alcuni di essi, infatti, nati poverissimi, grazie al loro talento e alla loro determinazione, si sono ritrovati a giocare nelle migliori squadre mondiali.
E cosa dire di quei campioni come Zanardi e Bebe Vio, che, nonostante le gravi disabilità fisiche, hanno raggiunto i massimi livelli nelle rispettive discipline, diventando modello e speranza per tutti.
Impegno, passione e dedizione portano sempre alla realizzazione dei propri sogni.
LA LUNGA E APPASSIONANTE CORSA DELLA DONNA
La donna ha sempre avuto limitazioni, sia nello sport, sia nella stessa società che, la confinava in famiglia, con ruoli di madre e moglie fedele. Il cammino verso la parità dei sessi è stato lungo e faticoso e continua in stati islamici, come l’Arabia Saudita, dove solo adesso è stato concesso alle donne l’ingresso allo stadio per una partita.
Nel 1921 Alice Milliat si oppose a questo e, con la Federazione Sportiva Femminile, riuscì a ottenere rispetto per le donne in ambito sportivo. Nel 1922 e nel 1926 vennero tenuti i Giochi Mondiali Femminili, che distolsero l’attenzione dai Giochi olimpici, costringendo il Comitato olimpionico a includere le donne nei giochi successivi. Tuttavia la loro presenza era limitata a due discipline: tennis e tiro con l’arco. Con il ventesimo secolo crebbe, in misura rilevante, la partecipazione della donna nello sport, andando di pari passo con l’acquisizione dei diritti e la nascita di movimenti, come il femminismo, che hanno permesso alle donne di aprirsi al mondo, assumendo sempre più importanza e considerazione nella società. Oggi, in Occidente, le donne possono praticare ogni tipo di sport. Negli anni ’90 del secolo scorso sono state aggiunte la sciabola e la spada. Le sportive sono diventate personaggi pubblici e modelli da emulare. Un esempio è Federica Pellegrini, considerata la più forte nuotatrice italiana. Specializzata nello stile libero, ha realizzato primati e record mondiali e ha inanellato una serie impressionante di vittorie a livello internazionale, regalando all’Italia il primo oro olimpico nel nuoto a Pechino nel 2008.
ZALAFFI, UN FIORETTO D’ORO
Abbiamo intervistato la medaglia d’oro di fioretto, Margherita Zalaffi, per scoprire cosa si nasconde dietro la vita di una campionessa, da tempo residente a Viareggio.
Porta con sé dei portafortuna alle gare?
Sì, essendo di Siena, porto sempre con me il fazzoletto della mia contrada, la Pantera. Quando vinco lo metto al collo, è un bel modo per ricordare la mia origine.
Cosa ne pensa dello sport come educazione alla vita?
Lo sport è molto formativo. Il confronto con gli avversari fa capire quanto sia importante lo scambio per crescere insieme.
Come si è avvicinata alla scherma?
Per caso. Grazie a mia mamma che andava in una palestra, c’era una grande pedana argentata. Non riuscivo a capire cosa fosse. Ogni volta lo chiedevo e la mamma rispondeva che un giorno me lo avrebbe spiegato. Un giorno mi portò in palestra e mi fece provare la scherma. Da quel momento mi appassionai.
Come fare di una sconfitta un punto di forza?
Una sconfitta serve a capire dove si può migliorare.
Ha avuto momenti di crisi?
Ne ho avuti tanti, soprattutto durante il periodo scolastico. Dovevo organizzarmi tra studio e sport. Avevo molta ansia e spesso dovevo portarmi i libri alle gare. Dopo Barcellona ho superato una crisi, grazie alla nuova specialità femminile: la spada.
Pensa di essere un esempio come donna e come sportiva?
Ho sempre dato del mio meglio. Non so dire se sono stata un buon esempio, ma spero di sì.
27 GENNAIO 2019: GIORNATA DELLA MEMORIA – Auschwitz – Birkenau a Scuola
SHOAH E MEMORIA
Gli alunni delle Classi Seconde – Disegno di Francesco Rossi classe 2° sez.E
QUEI CONFINI DA ABBATTERE
Abbiamo paura degli altri, facciamo le barriere ma non ci sono anche i ponti
Abbiamo paura degli altri, facciamo le barriere ma ci sono anche i ponti
Interrogarsi sull’idea di confine non è facile e ci porta a intraprendere un viaggio verso un aspetto forte della società moderna, un viaggio che non è solo geografico, ma anche physical.
Della parola confine si ha sempre un’idea negativa, si sa che c’è, è una linea rossa sulla mappa, una RED LINE ON MAP o un cartello-SIGN, solo dopo un po’ l’idea si trasforma in positiva e si può capovolgere, nel senso che un confine può bloccarci, ma potrebbe anche invitarci a superarlo, dimostrando tutta la curiosità umana per il nuovo, per andare oltre…quindi una risorsa-RESOURCE per NEW OPPORTUNITIES, LOVE, WORK, PUSH o PULL FACTORS.
I confini sono dappertutto, nel cibo, nella tradizione, in una catena di montagne, nella musica, nello sport, nella distanza che separa due corpi, nella persecuzione- PERSECUTION, nella lingua-LANGUAGE di ogni popolo (ne sanno qualcosa i compagni nuovi che arrivano in classe) nell’amicizia, nel colore della pelle, nella diversità tra un uomo e una donna sesso-GENDER, nelle epoche, nella religione, nella morte, tra chi ha potere e chi no, nell’ handicap. Confini di genere, confini di esclusione indicano sempre una solitudine che diventa disperazione.
Le barriere sono concrete, sono mentali, sono sociali, sono psicologiche. Spesso sono necessarie solo per dividerci, THE BARRIER è talvolta intesa come protezione di un’identità individuale o collettiva che un ponte -BRIDGE può far divenire risorsa -RESOURCE per migliorare-IMPROVE, la lingua dei popoli è una barriera e un ponte.
E poi, al rullo dei tamburi, arriva la scuola! La scuola può abbattere i confini che tante persone ottuse hanno nella testa anche in questa era di globalizzazione, perché a scuola ogni ragazzo è libero di esprimersi, ma è necessario superare l’individualismo e valutare l’intera umanità. Noi stessi siamo un confine, siamo distinti gli uni dagli altri, abbiamo storie diverse, un passato, cerchiamo cose diverse, ma senza chiudere l’abbraccio verso l’altro.
Esiste poi un paesaggio transnazionale, un TRANSNATIONAL LANDSCAPE virtuale UN MEDIASCAPE nato grazie alla tecnologia, che ha creato quei nuovi DIGITAL BORDERS che attraversiamo ogni giorno senza accorgercene e che necessitano di SECURITY CONTROLS. Tutti vorremmo che il nostro mondo fosse un CONFORT ZONE, ma non capita quasi mai.
Anche il cellulare, così usato per comunicare tra noi, spesso diventa causa di separazione: se stai chiuso in casa a messaggiare invece di uscire con gli amici a divertirti, crei confini, invisibili, ma pesanti e profondi!
Oltre la diversità
Le barriere sono nel corpo e nella mente. Tutti, senza eccezioni, hanno confini, oltre i quali non possono andare, ma alcuni hanno più svantaggi, sia perché sono nati con malattie, sia perché hanno acquisito limiti di varia natura nel corso della vita. Nessuno è immune, perché gli uomini sono fragili, basta un soffio per sbriciolarli. E allora il mondo quotidiano si trasforma in una montagna da scalare, un oceano tempestoso da attraversare. Azioni semplici, come lavarsi, vestirsi, mangiare, diventano complesse, ostacoli, a volte, impossibili da superare senza un aiuto. Le barriere sono nei pregiudizi del mondo. Gli occhi e le battute della gente ingigantiscono la diversità, relegandola nella sicurezza della propria casa, fuori c’è il mondo ostile, la giungla, piena di insidie e di trappole, fuori c’è la vergogna da superare. Con lentezza esasperante, la situazione sta cambiando. Gli edifici pubblici devono essere dotati di scivoli e attrezzature per i diversamente abili, per loro sono sorti centri ricreativi e associazioni. Ma soprattutto sta cambiando la sensibilità e ponti di amore sono stati costruiti. Il 14 marzo è scomparso Stephen Hawking. Dagli anni ottanta viveva intrappolato nel proprio corpo e comunicava attraverso un sintetizzatore, a causa di una malattia degenerativa diagnosticata nel 1963. Nonostante queste difficoltà, quasi insormontabili, si è costruito una famiglia, è divenuto una delle menti più brillanti della scienza moderna, un’icona del nostro tempo. Con determinazione ha superato gli invalicabili confini della realtà, immaginando un nuovo universo.
Senza confini
Lavorare a scuola e per la scuola superando i confini dell’aula è possibile.
EDMODO è la piattaforma che permette di comunicare tutti assieme e di condividere informazioni o dubbi, confrontandoci come in una classe social e virtuale.
C’era un progetto: guardare un film sulle barriere poi rispondere a domande in inglese che il film suscitava. Così abbiamo conosciuto i vicini di casa di Clint Estwood, classico americano tutto d’un pezzo, nel film -simbolo Gran Torino e abbiamo portato su Edmodo i nostri pensieri. Una volta tanto abbiamo tifato per i più deboli, ovvero gli Hmong / Miao , un gruppo etnico davvero sfortunato. Capire come si sentono gli emigranti e i profughi, è stata una simulazione forte. Abbiamo focalizzato concetti chiave: da dove si viene, cosa si affronta, quanto si perde prima di ricostruire, quanto odio o disprezzo si suscita. Su Edmodo abbiamo collaborato tutti, chi cercava le foto, chi le notizie, chi scriveva in francese, inglese, spagnolo. Su internet abbiamo ascoltato le interviste delle persone che vivevano sulla loro pelle la barriera del Messico, i pregiudizi o le paure degli altri. Confine è diventata per noi la parola di una nuova vita, si parte per migliorare, per lavorare, per far studiare i figli e dare loro istruzione, per essere qualcuno, senza barriere, senza fermarsi, si va avanti, dove qualcosa finisce ,qualcosa può ricominciare .
Alunni classi 3° sez. B e 3° sez. E
LAVORARE ANZICHE’ IMPARARE
Storie di ordinaria schiavitù
C’era una volta Oliver Twist e c’è ancora, anzi ce ne sono 74 milioni. Secondo Unicef e ILO, questo è il numero dei bambini costretti a lavorare e soggetti a sfruttamento. Si tratta di una cifra da capogiro; per un confronto la popolazione italiana si aggira intorno ai 60 milioni. Una vergogna per l’umanità. Asia, Africa, America del Sud, sono interessati allo sfruttamento minorile, ma anche Stati Uniti, Europa e Italia. Save the Children ha infatti denunciato le difficoltà che hanno i ragazzi siciliani a completare la scuola dell’obbligo, spinti, per le condizioni economiche della famiglia, a lavorare sottopagati.
IL LATO “AMARO” DEL CIOCCOLATO. Dietro ogni tavoletta di cioccolato ci sono circa 200.000 bambini dai cinque ai quindici anni, schiavi nelle piantagioni del cacao. Lavorano in condizioni pessime, sono strappati alle loro famiglie e rinchiusi in strutture fatiscenti senza cibo. Nel 2005 la multinazionale Nestlè è stata denunciata da International Labor Fund e Global Exchange per aver ridotto in schiavitù, chi ha diritto a un’infanzia serena.
Per combattere questa ignominia, in Umbria, ogni anno, viene organizzato un festival del cioccolato nel quale le aziende partecipanti devono certificare che i loro prodotti non vengano realizzati con lo sfruttamento del lavoro minorile.
PAZZI PER IL CELLULARE? FURIOSI SE MUORE LA BATTERIA? Ma quale realtà dietro lo schermo?
Non tutti sanno che il cobalto, necessario a produrre le batterie di telefoni, computer, tablet e automobili, proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo, è estratto da bambini di sei-sette anni. Centinaia di loro, come emerge da un rapporto dell’UNICEF, ancora oggi muoiono nell’estrazione del prezioso minerale. Ogni giorno scendono in miniera attraverso gallerie artigianali, l’aria è irrespirabile e malsana, le condizioni peggiori di quelle descritte da Verga nella novella Rosso Malpelo. Pesanti sacchi sono caricati su fragili spalle e adulti aguzzini incitano i ragazzi a fare in fretta, perché così vuole la legge del profitto e il progresso tecnologico. Per questi bambini non esiste: scuola, svago, sport, cibo nutriente e diritto a una vita normale come i fortunati coetanei del Nord del mondo. Il cobalto estratto viene venduto alla Cong Dong Fend Mining International, compagnia cinese che lo rifornisce alle aziende più importanti al mondo: Apple, Samsung, Sony. Di queste solo 1 su 16 ha ammesso la provenienza del materiale utilizzato.
I have a dream. Ogni bambino ha diritto alla felicità, al gioco e all’istruzione. Non ci sarà pace nel mondo finché ci sarà un solo bambino sfruttato.
Alunni classi 3° sez. B e 3° sez. E
MAURITS CORNELIS ESCHER A PALAZZO BLU
La mostra “Escher. Oltre il possibile” allestita a Palazzo Blu di Pisa, visto il grande afflusso di visitatori resterà aperta fino all’11 febbraio 2018. L’esposizione presenta una rassegna completa di tutti i capolavori del grande olandese e ripercorre le tappe della creatività dell’artista, soffermandosi in modo particolare sui lunghi e decisivi soggiorni in Italia, tra scenari naturali e memorie artistiche che segnarono in modo profondo il suo stile.
La mostra ha riscosso un grande successo di pubblico, tanto da indurre gli organizzatori a prolungarne l’apertura e rimandare la chiusura programmata inizialmente per il 28 gennaio 2018. In questo modo sarà possibile ammirare ancora il percorso espositivo e intraprendere un affascinante viaggio intorno alle oltre 100 opere esposte, tra xilografie, acqueforti e litografie provenienti dalla collezione del Gemeentemuseum Den Haag dell’Aja, con il contributo di alcune curiose soluzioni espositive progettate dall’architetto Cesare Mari”.
La mostra ha permesso a noi alunni di viaggiare in un mondo dove s’incontrano e s’incrociano realtà e fantasia. Metamorfosi, riflessi, ambienti naturali, figure geometriche che noi osservatori abbiamo ammirato da una nuova e diversa prospettiva. Escher guardava alla realtà in maniera diversa da quella più tradizionale e la natura diventa un gioco tra il matematico e il magico…e tutto diventa un gioco.
Altro mondo 1947 – Xilografia
Cielo e acqua 1938 – Xilografia
Mani che disegnano 1948 – Litografia
Occhi 1946 – Mezzatinta
Mano con sfera riflettente 1935 – Litografia
Metamorfosi 2
Articolo, fotografie e video a cura degli alunni della classe 2^ sez. F
MOSTRA PALAZZO STROZZI A FIRENZE – IL 500 A FIRENZE: TRA MICHELANGELO, PONTORMO E GIAMBOLOGNA
Gli alunni delle classi terze sez. A-E-F della scuola media “Raffaello Motto” si sono recati a Firenze a visitare la mostra evento allestita a Palazzo Strozzi.
“Un evento irripetibile e unico” la mostra Il Cinquecento a Firenze, in corso a Firenze, a Palazzo Strozzi, Andrea del Sarto, Pontormo, Rosso Fiorentino, Bronzino, Giorgio Vasari, Benvenuto Cellini, Giambologna, Bartolomeo Ammannati, Federico Zuccari, Carlo Portelli, Jacopo Ligozzi, Santi di Tito: ci sono tutti i grandi protagonisti del Cinquecento fiorentino, in un percorso che, con 70 opere tra dipinti e sculture di 41 artisti, ripercorre un secolo cruciale per la storia dell’arte. Punto focale della mostra è la seconda sala, che vede affiancati i tre immensi capolavori di Pontormo, Rosso Fiorentino e Bronzino: la Deposizione di Santa Felicita (1525-1528), la Deposizione dalla croce di Volterra (1521) e il Cristo deposto di Besançon (1543-1545 circa).
Articolo, fotografie e video a cura degli alunni della classe 3^ sez. A
OROVILLE: LA SITUAZIONE PEGGIORA
Sta di nuovo peggiorando la situazione della diga di Oroville. Qualche giorno fa è rientrata l’allerta e i residenti sono riusciti a tornare nelle loro abitazioni, ora rischiano di nuovo l’evacuazione. Il problema riguarda sempre lo sfioratore della struttura, i cui danni si sono fatti davvero seri nelle ultime ore. L’acqua continua a traboccare con irruenza dalla struttura. Se la barriera sopra lo sfioratore d’emergenza dovesse cedere, l’acqua andrebbe nel fiume Feather, facendolo esondare. Purtroppo sono previste ancora forti piogge.
di Matteo Belluomini – Classe 1^ sez. D
IMMIGRAZIONE
L’immigrazione è un fenomeno che ha talvolta caratterizzato la formazione dei popoli, spesso influenzandone la politica sociale ed economica. Fin dall’antichità si sono verificate immigrazioni, a volte anche di massa e, ancora oggi, questi spostamenti influenzano il mondo. Negli ultimi anni si è assistito ad un forte aumento del fenomeno dell’immigrazione, anche clandestina.
L’Italia, dall’unità nazionale in poi, è stata un paese di emigrazione e si stima che tra il 1876 e il 1976 siano partiti oltre 24 milioni di persone (con una punta massima nel 1913 di oltre 870.000 partenze), al punto che oggi si parla di grande emigrazione o diaspora italiana. I numeri non mentono mai. E quelli che emergono dalle cifre rilasciate dalla Commissione nazionale per il diritto di asilo sono chiari: sull’Italia si rovesciano quotidianamente tantissimi immigrati clandestini – oltre 40.000 nel solo 2016 – ma solo il 4% è risultata poi avere il diritto d’asilo.
di Antonio Habibi classe 1^ sez. C
STORIA DI MATTIA MIRAGLIO: IL SOGNO DI TUTTI!
Chi non ha mai sognato di lasciare tutto e girare il mondo a piedi? Mattia Miraglio c’è riuscito!
E’ piemontese, ha 27 anni e desiderava una vita vissuta in piena libertà.
Prima di partire Mattia per allenarsi ha percorso solo un tratto della Via Francigena e dopo un anno e sei mesi ha raggiunto la Nuova Zelanda.
Ha attraversato gran parte dell’Europa Orientale, una parte dell’Asia ed è arrivato fino all’Australia.
Girando il mondo ha preso coscienza della sua immensità, ha conosciuto la cultura di diversi popoli.
Mattia è partito solo, ma durante il suo lungo tragitto non si è mai sentito in solitudine, ha conosciuto molte persone con cui ha fatto conversazione e amicizia.
Ha percorso dai 30 ai 50 km al giorno, dormendo spesso da solo e in tenda, nei luoghi più impervi e isolati.
Questo stile di vita lo ha portato a doversi adattare a ogni situazione sia a livello fisico che mentale.
Mattia ha raccontato la sua storia nel libro “A PASSO D’UOMO” con lo scopo di far capire a tutti che ognuno di noi è speciale, basta avere coraggio e cominciare il nostro viaggio, passo dopo passo, e i nostri piedi ci potranno portare dall’ altra parte della Terra.
Ma non è finita qui! Mattia sta per ripartire. Riprenderà il suo viaggio in solitario, iniziando dal Nord America, fino alla parte più meridionale del continente americano.
di Matteo Belluomini – Classe ID
LA DIGA DI OROVILLE: UN DISASTRO ANNUNCIATO
La diga di Oroville in California è la più alta degli Stati Uniti.
Le immagini che arrivano sui nostri teleschermi fanno paura, tanto è grande la forza dell’acqua che sembra volersi riappropriare degli spazi che le sono stati tolti dall’ uomo con la costruzione stessa. Rischia di rompersi dopo che la riserva idrica ha raggiunto la sua capacità limite a causa delle forti piogge.
Queste hanno indebolito il canale di scolo della struttura, che è alta 230 metri e la rottura potrebbe causare un “rilascio incontrollato“ delle acque del lago di Oroville .
Circa 200.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni; il governatore californiano Jerry Brown ha dichiarato lo stato di emergenza in tre contee.
Le autorità, nonostante non sappiano il perché si sia formata una crepa nello scarico di emergenza, stanno cercando di colmare il foro con le rocce per ridurre il livello dell’acqua ,che in 50 anni non era mai stato così alto.
La fila di auto per uscire dalle cittadine è lunga e procede a stento.
Circa 300 agenti seguono l’evacuazione e 8 elicotteri sorvegliano la diga.
La natura ci insegna che la sua forza è maggiore di quella dell’uomo e per questo non dobbiamo mai pensare di poter avere il sopravvento su di essa.
di Matteo Belluomini- classe 1D
IL GIORNO DELLA MEMORIA: QUELLA BICICLETTA TANTO SPECIALE…
Il 27 gennaio, giorno della memoria, è una ricorrenza internazionale, celebrata in ogni parte del mondo in cui vi sia una comunità ebraica. Ma in Israele non è questa la data più importante. Il 5 maggio di ogni anno a Gerusalemme si commemorano tutte quelle persone che aiutarono gli Ebrei a sfuggire alle persecuzioni. Quel giorno una sirena suona per due minuti, tutte le persone si fermano, conducenti e passeggeri scendono dai veicoli e rimangono in piedi in silenzio.
Il libro del Talmud, testo sacro dell’ebraismo, recita: “Chi salva una vita, salva il mondo intero” e questo è proprio ciò che hanno fatto molte persone nel mondo e anche tanti italiani.
A Gerusalemme, nel museo di Yad Vashem, c’è il Giardino dei Giusti un giardino dedicato a tutti i “giusti tra le Nazioni” non Ebrei che hanno salvato la vita a qualcuno.
Tra i “giusti” figura il nome di un italiano, conosciuto soprattutto per le sue gare ciclistiche, sempre in lotta con Fausto Coppi. Si tratta di Gino Bartali che salvò 800 Ebrei trasportando documenti falsi nel manubrio e nella sella della bicicletta per consegnarli alle famiglie perseguitate tra Firenze e Assisi. Se veniva fermato per essere perquisito, diceva risolutamente di non toccare la sua bicicletta perché era “una bicicletta speciale, unica!”.
Ricercato dai poliziotti fascisti,Bartali sfollò a Città di Castello, dove rimase nascosto per cinque mesi.
di Matteo Belluomini – Classe 1D
DISNEYLAND PARIS
Il était une fois un royaume envoûté où le rêves sont devenus réalité…
Le début d’un conte de fées?
Non… c’est un jour supercalifragilisticexpialidocious au Parc Disneyland, un voyage fantastique dans les cinq pays à sujet: Main Street U.S.A., Frontierland, Adventureland, Fantasiland, et Discoveryland.
Quand Walt Disney était petit, il vivait dans une tranquille ville du Missouri. Quand vous arrivez à Main Street U.S.A. vous vous trouvez catapulté dans l’atmosphère américaine de debut ‘900.
Après, dans le sauvage ouest de Frontierland vous revivez la conquête de l’ouest entre les chercheurs d’or et les cowboys.
Sherazade et ses histoires de mille et une nuit vous donnent la bienvenue à Adventureland où vous survolerez sur le tapis magique d’Aladdin ou vous irez sur sept mers dans la lagune de Capitaine Crochet.
Desir de magie? Le Château de la Belle au Bois Dormant est la porte qui conduit dans le pays où les contes de fées Disney prennent vie. Mais attention! … Parce que dans le secret du château est emprisonné un féroce dragon endormi.
Comment sera l’avenir? Difficile à prédire mais à Discoveryland vous pouvez vivre l’atmosphère d’autrefois.
N’oubliez pas la Parade Disney diurne très spéciale avec la musique live, où des chars coloriés remplissent les rues du Parc Disneyland de magie avec les célèbres personnages Disney.
Enfin, à la fin de la journée, le fabuleux spectacle nocturne Disney Dreams! s’agrémente lui-aussi d’une séquence où les Personnages Disney s’animent en projections sur la silhouette du Château de la Belle au Bois Dormant.
Paris, le 28 Juillet 2016
di Aurora Donzelli Taccola classe 2^ sez. A
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